Educare ai tempi del Covid-19: cosa abbiamo imparato?

Ecco qualche foto e pensiero di quella che è stata la nostra scuola durante questo periodo di crisi.

• La scuola è fatta di bambini

Questo periodo di insegnamento online ci ha permesso di riflettere sui nostri metodi di
insegnamento e ci ha confermato quanto sia importante diversificare le attività pedagogiche e gli approcci alle lezioni. Alcuni dei nostri alunni più estroversi in classe si sono trovati spiazzati durante le lezioni online. Al contrario, gli alunni più timidi e meno attivi a scuola si sentono a loro agio con lo schermo come ‘mediatore’, sorprendendo tutti noi insegnanti e forse anche loro stessi. Questo ci dimostra non ci può essere un solo metodo di insegnamento o di verifica ma che, anche quando torneremo alla normalità, dovremo riflettere su come ogni insegnante debba adattarsi alle necessità di ogni bambino.

• La scuola è educazione, non solo istruzione

La scuola non è solo voti, esami e compiti. Nel corso di questa crisi abbiamo scoperto che essere insegnanti significa fare del proprio meglio per essere presenti per gli studenti, e cercare di dare la possibilità a tutti i bambini e ragazzi di coltivare le loro relazioni con noi e con i loro compagni. È necessario talvolta creare momenti di condivisione con gli studenti. Chiedendo ai più piccoli di mostrare la loro camera o il loro oggetto preferito, e ai più grandi di condividere le loro opinioni, riflessioni ed emozioni. Abbiamo confermato che l’insegnamento non si tratta solo di trasmettere contenuti, ma piuttosto di creare relazioni e di dare ai nostri alunni gli strumenti per imparare in autonomia, trovando nella difficoltà un’occasione per crescere.

• I bambini sono più grandi di quanto pensiamo

Ci hanno sorpreso condividendo tra loro consigli ed istruzioni su come gestire la tecnologia e le
attività in classe, dimostrandosi empatici e proattivi nell’aiutare i compagni. Abbiamo visto tra tutti gli studenti una grandissima voglia di partecipare e li abbiamo notati più sereni. Spesso, quando chiediamo loro quale sia stata la cosa più bella della loro settimana, ci raccontano di come hanno cucinato con mamma, sono usciti a correre con papà o hanno giocato con il fratello, cose che non sono soliti fare in condizioni normali. In questo momento più che mai, ci siamo fidati dei bambini e ragazzi, ritenendo che l’insegnante sia una guida piuttosto che una fonte di conoscenza da riprodurre meccanicamente. Stare seduti davanti a un computer per ore ad ascoltare un insegnante può essere stancante e a volte noioso. Abbiamo cercato di dare loro la possibilità di inventare storie, creare presentazioni, fare arte e condurre dibattiti. Quando l’insegnante si fida degli studenti, loro colgono l’occasione per sorprenderci e dimostrare che se hanno un po’ di spazio e libertà sanno trovare il proprio modo originale di esprimersi.

In poche parole, sebbene ci sia stato tolto lo spazio fisico, crediamo ora più che mai in una scuola fatta di bambini, ragazzi, genitori e insegnanti, e le relazioni tra loro.
Vogliamo ringraziare quindi i genitori per il grande sostegno e i nostri alunni per l’entusiasmo, la creatività e la resilienza che regalano ogni giorno.

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